SUMMER SEA KAYAK EXPEDITION

L'isola Eubea (Evia) è la seconda isola greca e la prima del Mar Egeo.
E' talmente vicina alla costa da essere sovente considerata una penisola, e noi spesso la definiamo affettuosamente "l'isola che non c'è".
Tuttavia, se consideriamo il suo perimetro di oltre 600 Km, i forti venti che la spazzano e le correnti di marea, tanto da rendere a volte impossibile alle navi di risalire il canale per raggiungere il porto interno, rappresenta un'ottima prova sia per l'attrezzatura impiegata che per rispolverare la nostra attitudine, collaudata a Creta, di viaggiare in compagnia costante dell'imperatore Meltemi...
Sarà un impegnativo e divertente viaggio a tre...
Tatiana e Mauro


mercoledì 24 luglio 2013

Paralia Politikon - Akrotiri Katergo (25 km) + Akrotiri Katergo - Rovies (25 km)

Ed eccoci alla fine del terzo giorno di viaggio.
Ieri mattina ci ha svegliato il primo sole ed il padrone della villa davanti alla quale abbiamo montato il campo: "My friends, for you...". Ci porge due caffè in bicchieri di plastica rosa: bollenti, zuccherati al punto giusto e con un dito di fondo... il vero caffè greco, guai a chiamarlo turcoda queste parti!
Più tardi, la moglie esce con due tramezzini appena preparati ed una busta piena di pomodori, cetrioli, arance e limoni... del suo orto, ci spiega in un inglese impeccabile mentre racconta con profusione di particolari le bellezze della costa lungo cui pagaieremo nelle ore seguenti... Ma quanto sono ospitali, questi greci!!!
Dopo qualche chilometro, appena passato l'ultimo centro abitato, l'isola diventa tutta nostra!
Le creste del monte Kandilio si alzano sul mare fino a 1225 metri e sono quasi completamente ricoperte di boschi di pini: un versante sembra passato col ferro da stiro, l'altro pare l'abbiano dimenticato, tutto grinzoso com'è... 
La strada corre all'interno, lontana dalla costa, e le scogliere bianche e rosa sono ricoperte di pini fino a pochi passi dall'acqua, che è così limpida da lasciar intravedere ogni cosa sul fondale (con un appoggio basso e senza maschera recupero con grande soddisfazione - mia! e disperazione di Mauro!!! - una bellissima Orecchia di Venere).
La costiera è ricamata all'uncinetto, impreziosita da tronchi bianchi a centinaia, levigati ed adagiati sugli scogli da chissà quante tempo : alcuni son caduti verso il mare proprio ai piedi degli esemplari vivi e sembrano le loro radici, come se si fossero arresi alla fatica di penetrare la roccia ed avessero preferito adagiarsi al sole...
Per una ventina di chilometri l'isola vanta una rara bellezza.
Incontriamo gabbiani silenziosi, capre dal pelo lungo e dalle corna ritorte e meduse di tutte le dimensioni, dall'unghia del pollice al palmo della mano: sono le mie preferite, quelle dalla cappella color dell'ambra e dal gonnellino tozzo e pieno di palline viola... soprattutto, non sono urticanti e non ti costringono a pagaiare con le mani sotto le ascelle!
Oggi la costa corre più bassa ed anonima, con la strada costiera quasi sulla riva ma ben poco trafficata.
Sotto ogni pineta si nasconde un campeggio libero: in uno c'è anche una fonte d'acqua dolce, fresca come l'odore della resina dei pini, che qui sono incisi in più punti per raccogliere quel nettare colloso. È tutto un inno al silenzio, alla natura e alla meditazione...
Sono solo stufa di lasciar pezzi di carne attaccati al richiamo della deriva: ho il pollice destro scarnificato fin quasi all'osso... il prossimo kayak DEVE montarla a s-c-o-m-p-a-r-s-a!!!
A parte questo, e la mole di impropreri conseguenti, sono state due giornate più che perfette.
Dormiamo sotto alberi frondosi tra i cui rami occhieggiano le costellazioni del Cancro, dello Scorpione e di Ercole, dopo una cena assai parca nella taverna sulla spiaggia ed un lunghissimo tramonto che tinge l'Egeo di un rosso mai visto...

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