Giochiamo nei giardini di roccia del primo promontorio, tutto un profluvio di scogliere ramate con inclusioni bianche che le rivestono come una glassa di zucchero... C'è una grotta-sauna ed un mini arco naturale a misura esatta di kayak, qualche faraglione isolato ed una serie di scogli interessanti che con la luce del primo mattino diventano iguane, giraffe e troni dalle spalliere intarsiate...
Ogni ansa ha la sua bella spiaggia di sabbia rossa o di ciottoli policromi e su ognuna sarebbe stato bello fare una lunga sosta... scegliamo però l'ultima, per via della 'pharotaverna' sul mare dove mangiamo un piatto nuovo di cui dimentichiamo subito il nome ma non il sapore: gamberetti annegati nel sugo insieme a tocchetti di formaggio simile alla feta.
Poco prima di imbarcarci si avvicina la ragazza tedesca che con la famiglia pranzava al tavolo accanto e con un italiano impeccabile ci chiede come procede il viaggio: ci hanno visto ieri mentre pagaiavamo intorno all'isolotto della chiesetta di Agios Nikolaos e chissà che non ci si possa incontrare ancora lungo la costa sud-orientale...
Allo sbarco, invece, ci accolgono tre simpatiche signore greche alquanto ciarliere che subito ci offrono due fette di melone. Loro in greco e noi in italiano ci raccontiamo varie cose e la chiacchierata serale si chiude con la solita frase sulla fratellanza mediterranea: "Italiani e Greci, ena fazza ena razza"!
Mentre Mauro prepara la cena a base di cous-cous io mi dedico alla solita passeggiata sulla spiaggia in cerca dei tesori offerti dal mare e mi imbatto in un Pope dalla lunga barba nera, la tonaca nera arrotolata in vita, i pantaloni neri rivoltati alla caviglia e delle Crocs ai piedi, sempre nere!
Il tramonto stasera è appiccicoso di umidità, le stelle non si decidono ad uscire ed invece delle cicale saranno le rane dello stagno retrodunale a cantarci la ninna-nanna...
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