SUMMER SEA KAYAK EXPEDITION

L'isola Eubea (Evia) è la seconda isola greca e la prima del Mar Egeo.
E' talmente vicina alla costa da essere sovente considerata una penisola, e noi spesso la definiamo affettuosamente "l'isola che non c'è".
Tuttavia, se consideriamo il suo perimetro di oltre 600 Km, i forti venti che la spazzano e le correnti di marea, tanto da rendere a volte impossibile alle navi di risalire il canale per raggiungere il porto interno, rappresenta un'ottima prova sia per l'attrezzatura impiegata che per rispolverare la nostra attitudine, collaudata a Creta, di viaggiare in compagnia costante dell'imperatore Meltemi...
Sarà un impegnativo e divertente viaggio a tre...
Tatiana e Mauro


mercoledì 14 agosto 2013

Limnionas - Baia del parco eolico (32km) + Baia del parco eolico - Erodios (30 km)

Ennesimo imbarco col dumping: ieri è stato Mauro a perdere l'attimo fuggente e a ritrovarsi immediatamente col pozzetto pieno d'acqua... è comunque riuscito a partire dalla riva grazie alla provvidenziale spinta dell'amico fluviale.
Tutti questi imbarchi e sbarchi tra le onde ci stanno facendo apprezzare molto la tecnica alla "cavallerizza".
A dispetto delle previsioni, sul versante dell'isola che corre verso Est, ieri ci hanno tenuto compagnia solo alcune pecorelle smarrite al largo ed una poderosa 'lavatrice' lungo costa, in questo tratto quasi completamente disabitata, segnata da profonde gole che si arrampicano a zig-zag su per i monti e da poche stradine sterrate che serpeggiano tra vecchi terrazzamenti ormai abbandonati, alcuni però così verdi che sembrano curati da mani invisibili a prato inglese.
I colori dominanti sono il rosso della terra franosa, il grigio degli scogli lavorati come la pelle di un serpente ed il blu intenso del mare aperto sull'infinito. 
Abbiamo fatto una sosta per il pranzo in una caletta quasi interamente occupata da un gregge di pecore... saranno state duecento ed il pastore che sonnecchiava all'ombra si è avvicinato incuriosito, elegante nella sua camicia a maniche corte, bastone, bisaccia e mocassini... sembrava interessato soprattutto ai pannelli solari e quando gli abbiamo detto da dove eravamo partiti e dove saremmo voluti arrivare, ha puntato deciso il dito sulla carta e ci ha raccontato cose per noi incomprensibili... peccato non avere ancora imparato il greco, un vero peccato! Quando con un fischio, uno solo, ha riportato il gregge su per la montagna, noi siamo ritornati in mare.
Akrotiri Kafireas è chiamato dai locali anche Capo Toro: 'Always 8 Beaufort, be carefull there', ci aveva detto l'amico fluviale. Ma con noi Capo Toro si è comportato come un vitellino da latte, scalciando un poco ma lasciandoci filare a 10 km orari tra il suo profilo basso con la chiesetta orlata di blu e lo scoglio poco al largo sormontato da una croce bianca.
Oltre il capo, ci aspettava il Meltemi, con i previsti 25-30 nodi!
Sul versante dell'isola che corre esattamente verso Sud, le colline scendono al mare più morbide ma le gole sono sempre così profonde da incanalare il vento e spedirlo a spazzolare il canale tra l'Eubea e la più meridionale isola di Andros, pure disseminata di pale eoliche.
Quando la mia girandola ha rivisto tutte quelle eliche sui monti deve aver pensato di essere tornata in famiglia, perché si è messa a roteare così forte da far vibrare persino il fondo del kayak. Le sue sorelle maggiori, però, producono un rumore sordo come di un aereo pronto al decollo.
La notte è stata insonne: a nulla è servito il desiderio di un riposo tranquillo espresso dopo aver visto due spettacolari stelle cadenti tra Cassiopea e la Corona Boreale... il vento ha sconquassato la nostra povera tenda investendola da tutte le parti, dal mare, dai monti e dal letto in secca del torrente stagionale... un'esperienza traumatica!
Stamattina eravamo un po' rintronati: ci ha pensato il Meltemi a svegliarci!
Appena fuori dalla cala ci ha 'sparato' in un batti baleno fin oltre Capo Mandili, l'estremità meridionale dell'isola, non proprio il massimo quando si hanno ancora gli occhi cisposi di sonno... Col cervello in pappa e le gambe molli, ho planato sui frangenti fin troppe volte e ho toccato la mia massima velocità in mare: 19.2 km orari!
Ogni volta che riuscivamo ad abbassare gli occhi sul Gps leggevamo con soddisfazione 2-3 km in più...
In quel mare incrociato, con le onde al giardinetto sinistro ed il vento che rimbalzava sulla costa e ci investiva al giardinetto destro, abbiamo pagaiato concentrati volando tra i 10 ed i 15 km orari, sapendo che il minimo errore ci sarebbe costato un bagno ed apprezzando sempre più questi nostri kayak che tagliano ed ammortizzano i frangenti.
La pagaiata è in realtà un misto di passata, appoggio, timonata, richiamo ed inclinazione dello scafo, una tecnica che solo il mare ci ha insegnato, in anni di pratica.
Finalmente non siamo più i soli a navigare: nell'ora in cui transitiamo per il canale, conto almeno 8 petroliere e 3 traghetti.
Dopo due settimane di mare mosso, un facile sbarco con 30 centimetri d'onda ci ha fatto piacere ed il caffè frappe' nella kantina di Paralia Lifkis Aktis ci ha aiutato a proseguire oltre l'ampio golfo di Karystos fino al nostro nuovo campo serale... 
Ma Lui è lì che ci aspetta: come avevamo immaginato guardando il profilo dell'isola, il Meltemi si incanala nel vallone e ci scarica addosso, per effetto 'Creta' (ci scuserà Venturi!), tutta la sua potenza, facendoci pagare la breve tregua e sudare per riconquistare terra: montiamo la tenda sotto la mezza luna, su una spiaggia di sabbia tutta per noi, con due lucine fioche sulla collina...
P.S. Ah, dimenticavo: EVVIVA il 'coppitiello'!!!

Nessun commento:

Posta un commento