SUMMER SEA KAYAK EXPEDITION

L'isola Eubea (Evia) è la seconda isola greca e la prima del Mar Egeo.
E' talmente vicina alla costa da essere sovente considerata una penisola, e noi spesso la definiamo affettuosamente "l'isola che non c'è".
Tuttavia, se consideriamo il suo perimetro di oltre 600 Km, i forti venti che la spazzano e le correnti di marea, tanto da rendere a volte impossibile alle navi di risalire il canale per raggiungere il porto interno, rappresenta un'ottima prova sia per l'attrezzatura impiegata che per rispolverare la nostra attitudine, collaudata a Creta, di viaggiare in compagnia costante dell'imperatore Meltemi...
Sarà un impegnativo e divertente viaggio a tre...
Tatiana e Mauro


giovedì 1 agosto 2013

Pilio - Chalatzas (28 km)

Ogni dieci giorni all'Eubea piove.
Il vento ha preso a giocare ai quattro cantoni coi punti cardinali e dall'alba soffia instancabile dalla curiosa direzione di est-sud-est.
Il mare oggi è color mercurio, gonfio e nervoso. Riflette gli umori del cielo, velato di nuvole grigie che corrono in tutte le direzioni.
Restiamo a lungo a guardare il profilo lontano dell'isola di Alonissos, che di tanto in tanto scompare dietro una spessa coltre di foschia, palpabile quanto l'umore bigio che ci accompagna dal risveglio. Stamane fatichiamo a prendere l'abbrivio perché la notte umida ed afosa ha reso il sonno difficile ed intermittente.
Siamo lenti, a terra. Fortuna che in mare le onde si arrampicano sulle scogliere e ci spingono in avanti con veemenza, facendoci filare anche fino a cinque nodi...
A metà mattina, come d'incanto, la perturbazione passa ed esce il sole: la costa si accende di tanti colori vivaci e ci ritorna il buon umore. Scegliamo per il pranzo una caletta idilliaca nei pressi di Vlachia e per merenda ci trastulliamo con birre e gelati in uno dei caffe' di Limnionas.
Pagaiare oggi è un vero piacere: grotte grandi e piccole, alcune con delle belle stalattiti, archi naturali, giardini di roccia, scogli borbottoni e spruzzi in ogni dove. Sfioriamo la felicità quando un 'esbufador' ci copre ripetutamente di gocce nebulizzate, in una doccia fresca che al tramonto è un regalo speciale...
Questo tratto dell'isola è quasi del tutto disabitato: solo qualche villa a mezza costa, alta sulle scogliere a picco sul mare, ben mimetizzata tra i boschi di 'querciulivi'. I monti dell'interno superano i mille metri di quota, sono calvi sulle vette ma digradano verso il mare in morbide colline, solcate da gole profonde e ricoperte da folti tappeti verdi. L'isola è ovunque ricca d'acqua dolce ed in ogni ansa si riconoscono le infiltrazioni, quei ghirigori liquidi creati dalle varie miscelazioni.
Una fonte naturale incontriamo anche nella nostra cala per la notte. Abbiamo dovuto rinunciare a malincuore a quella di poco precedente perché sotto la taverna c'era un tale assembramento di tende da non lasciare posto per i nostri due kayak.
Qui invece dividiamo la spiaggia di ciottoli chiari 'soltanto' con due gruppi di tre tende, una di vecchietti con le lanterne accese ed una di giovanotti con la brace pronta per arrostire i suvlakia...
Il nostro cous-cous al sugo di olive non può certo reggere il confronto!

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