SUMMER SEA KAYAK EXPEDITION

L'isola Eubea (Evia) è la seconda isola greca e la prima del Mar Egeo.
E' talmente vicina alla costa da essere sovente considerata una penisola, e noi spesso la definiamo affettuosamente "l'isola che non c'è".
Tuttavia, se consideriamo il suo perimetro di oltre 600 Km, i forti venti che la spazzano e le correnti di marea, tanto da rendere a volte impossibile alle navi di risalire il canale per raggiungere il porto interno, rappresenta un'ottima prova sia per l'attrezzatura impiegata che per rispolverare la nostra attitudine, collaudata a Creta, di viaggiare in compagnia costante dell'imperatore Meltemi...
Sarà un impegnativo e divertente viaggio a tre...
Tatiana e Mauro


mercoledì 28 agosto 2013

La fine di un viaggio...

Ecco, adesso è davvero finito!


domenica 25 agosto 2013

I numeri del viaggio


33 giorni di viaggio
32 giorni di navigazione
1 giorno di riposo (dopo la traversata di ritorno da Skiros)
726 km pagaiati
7 km la tappa più corta
49 km la tappa più lunga
4 isole diverse su cui abbiam montato il campo
3 nuove frasi imparate in greco
2 birre + 1 tsipouro son meglio di una pillola di cortisone per la sciatica di Mauro!
5 birre + 11 tsipouro bevuti durante la serata trascorsa in taverna col Riva centauro!
1 nuovo modo sperimentato con successo per fissare la tenda nel vento forte...
2 tartarughe marine avvistate ma nessuna foca monaca
150 ricci di mare ed una busta piena di preziosissimi ritrovamenti
2 palette rosse
5 formine colorate
2 coppie di corna di capra cri-cri
3 inviti dai locali per colazione, pranzo e cena
4 caffè, 2 ouzo e svariate fette di melone ricevuti come benvenuto negli sbarchi 
Tante taverne, troppe per ricordarle tutte!
3 piantine grasse
21 ore di traghetto all'andata + 23 ore al ritorno (compreso il fuso orario)
8 ore d'autostrada, quasi tutte a passo d'uomo, sia all'andata che al ritorno
1 batteria nuova di zecca
2 kg di peso persi a testa
1 carico di emozioni
Moltissimi bei ricordi...
1 viaggio bello, impegnativo e davvero divertente: indimenticabile!

venerdì 23 agosto 2013

Chalkida - Nea Artakis (9 km)


Finito, adesso è davvero finito: il nostro bel viaggio intorno all'Eubea si è concluso oggi, con una manciata di chilometri e qualche inattesa emozione!
A differenza di tutti gli altri giorni, stamattina abbiamo puntato la sveglia, per smontare il campo di buon'ora e per non intralciare oltre lo scivolo di alaggio della locale scuola di vela.
Siamo saliti in kayak puntuali alle dieci per goderci dall'acqua l'affascinante fenomeno dell'acqua pazza, 'crazy water' la chiamano gli isolani, perché pare che abbia fatto impazzire persino Aristotele: ogni sei ore il Mar Egeo entra nell'imbuto creato dallo stretto di Chalkida e tra quelle due rive così vicine diventa un fiume in piena.
L'abbiamo osservato tutta sera, ieri, emozionati come bambini quando, aperto il ponte in ferro, son passati in quel pertugio navi cargo, motoscafi e barche a vela... subito dopo la stanca di marea, durata pochi minuti, l'acqua ha preso a ribollire in gorghi sempre più grandi, trascinando con se le povere meduse che nulla potevamo contro quella corrente sempre più impetuosa, tanto che persino i gozzi a motore dei pescatori notturni faticavano a risalirla.
Stamane abbiamo diligentemente atteso la marea crescente per uscire senza sforzi dallo stretto con la corrente a favore, sospinti verso Nord dall'acqua pazza.
Nell'attesa ci siamo goduti ancora una volta lo spettacolo delle meduse sospinte di qua e di là dalla corrente: sembrava di essere affacciati su un acquario, perché intorno al pozzetto del kayak, in quella mezz'ora in cui li abbiamo tenuti ormeggiati sotto il molo vicino allo stretto, si saranno radunate centinaia di meduse, quelle grandi con la cappella ad occhio di bue e quelle minuscole con i filamenti iridescenti come le vecchie lampadine con la resistenza interna. Sono state il nostro perfetto indicatore del cambio di marea. Avrò scattato decine di foto, mentre Ferro mi canzonava perché somigliavo al pifferaio magico delle acque...
Poi il Meltemi, usciti dallo stretto, ci ha rivolto un ultimo saluto, che noi sappiamo essere soltanto un arrivederci: ci ha accompagnato per le ultime due ore di pagaiata, facendoci sudare anche gli ultimissimi chilometri, soffiando in direzione contraria fin dentro il porticciolo di Nea Artakis, lo stesso dal quale siamo partiti non ci ricordiamo più quando...
Sbarchiamo che è ancora bassa marea, festeggiamo in taverna con i nostri piatti preferiti e quand'è il momento di caricare i kayak sull'auto scopriamo che la batteria non ne vuole sapere di andare: si sarà sentita trascurata, dopo tanti giorni passati da sola!
Gli operai del vicino cantiere ci offrono di fare ponte con una piccola ruspa e con i cavi che Mauro ha sempre in macchina: così festeggiamo ancora una volta con due caffè frappe'!
La signora del bar si ricorda di noi e ci fa un bel regalo: un cavalluccio marino dalla sua sterminata collezione.
Nel pomeriggio cerchiamo e troviamo una batteria nuova, facciamo acquisti per noi e per gli amici e ce ne torniamo un po' mesti verso Patrasso, lungo un'autostrada ad una sola carreggiata in cui la corsia di emergenza viene da tutti usata come corsia di cortesia...
Fatichiamo un poco a trovare un luogo adatto dove trascorrere la nostra ultima notte in Grecia ma ora stiamo montando la tenda su un piccolo belvedere affacciato sullo stretto di Corinto.
Domani saliamo sul traghetto per Ancona e domenica sera arriviamo a casa: il viaggio in kayak è davvero terminato e questa vacanza volge ormai al termine...

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giovedì 22 agosto 2013

Amarynthos - Eretria (9km) + Eretria - Chalkida (23 km)

La cosa peggiore che può capitare in kayak non è il mare grosso, il vento forte o il cattivo tempo. Neppure rimanere senza niente da mangiare...
La cosa peggiore di un viaggio in kayak è sentirsi male.
Emicrania, nausea e febbre: forse un'intossicazione alimentare, per la poetica legge del contrappasso!
A Mauro provoca una leggera indisposizione, per non tradire la sua fama di 'uomo di ferro', a me, invece, mi atterra - letteralmente - per una notte ed un giorno interi. Resto sveglia ad 'arravogliarmi' nel sacco a pelo fino all'alba e dormo tutto il giorno seguente, sempre sepolta sotto strati multipli di indumenti perché continuo ad avere un freddo polare anche col sole cocente di mezzogiorno.
Solo la breve pagaiata pomeridiana mi aiuta, perché il kayak, si sa, cura ogni male!
Le mie budella intorcinate ci permettono appena di superare il porto di Eretria, scansando di un soffio i traghetti Giano-bifronte che fanno la spola con la terraferma.
Il campo in città è sempre un'incognita, il nostro è stato un vero incubo: ci ritroviamo tra la strada litoranea, un campo di pallone illuminato a giorno con una partita in corso e tifo da stadio annesso, un parcheggio occupato da quattro motrici di tir che a turno accendono i motori per rinfrescare le cabine ed una discoteca a cielo aperto che manda a tutto volume musica greca con arrangiamento 'storpiatutto'... quando è partito 'Zorba il greco' versione tekno ci è quasi venuto da piangere!
Unica consolazione gli eucaliptus intorno alla tenda, con quel loro profumo delicato ed il fruscio lieve anche quando il vento rinforzava.
Stamattina il cielo è coperto e non vediamo l'ora di raggiungere Chalkida.
Pagaiamo lungo un litorale anonimo tra centinaia di meduse greche di dimensioni smisurate, alcune grandi quanto il pozzetto, mai viste così gigantesche!
Il Meltemi non molla un solo momento e ci costringe a risalire controvento tutto il canale interno fino al ponte grande, nessuna campata ma due piloni coi tiranti come una miniatura del ponte di Brooklyn.
Perdiamo però la possibilità di passare anche oltre il ponte piccolo di Chalkida, in ferro e retrattile: è largo appena 40 metri e nelle giornate di massima escursione, come queste con la luna piena, la corrente raggiunge anche i 7 nodi.
Assordati dal traffico cittadino, stiamo divorando due gustosi pita-giros (intossicazione passata e dimenticata, mamma stai tranquilla!!!) per controllare l'inversione di marea e decidere a che ora riprendere il viaggio domattina... per l'ultimissimo tratto, ma non potevamo certo rinunciare ad un'altra notte in campeggio libero, stavolta nel cuore del porticciolo turistico della capitale dell'isola, tanto per tornare lentamente alla civiltà.
Il viaggio non è ancora finito!

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mercoledì 21 agosto 2013

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martedì 20 agosto 2013

Porto Bufalo - Aliveri (19 km) + Aliveri - Amarynthos (17 km)

Soltanto tre giorni fa pensavamo a questi luoghi come a delle mete inarrivabili!
Ed ora invece siamo qui, nella solita taverna, a goderci il solito tramonto sul mare, battuto dal solito Meltemi...
Però adesso siamo finalmente ridossati ed il vento che prima ci sbarrava il cammino ora si incanala tra le ampie vallate dell'isola e ci concede qualche vigorosa spintarella... avanziamo senza grandi fatiche, percorrendo pochi chilometri negli ultimi giorni per goderci a pieno la fine del viaggio, sollevati soprattutto dal fatto di esserci lasciati finalmente alle spalle le foreste di pale eoliche!
Appena fuori dalla taverna di Porto Bufalo ci siamo infilati nella prima caletta utile ed abbiamo montato la tenda sotto due rassicuranti ulivi secolari: è stata una delle notti più belle, protetti da quei rami possenti sia dalle ultime raffiche del Meltemi che dai primi raggi del sole... solo la luna filtrava e portava dentro un po' dell'argento che spargeva in mare.
Ci ricordiamo troppo tardi di non avere fatto rifornimento d'acqua: siamo costretti al razionamento.
Anche il piccolo villaggio di Panagitsa Pounta è privo di market e di taverna... abbiamo solo una scatoletta di sardine, una bustina di frutta secca, una barretta ai semi di sesamo, una manciata di noccioline ed un litro d'acqua: in due si prospetta un pranzo davvero parco...
Ci arramichiamo su per lo sterrato verso la chiesetta, con due bottiglie in mano, sperando di trovare una fontanella...
"Do you want water? Come to eat!", ci dice Katerina dal suo giardino quando ci vede girovagare con aria disperata: sono ancora tutti a pranzo, amici di famiglia e vicini di casa, e ci riempiono il piatto a più riprese di insalata, braciole, melanzane fritte, patate lesse ed un superlativo 'tiropita' fatto in casa! Mai mangiata una pizza ripiena al formaggio più buona di quella!
Mauro beve tre bicchieri di vino e barcolla per tornare in spiaggia... sceglie saggiamente di farsi un bagno prima, per non farlo dopo in kayak!
La costa fino ad Aliveri è rovinata da una cava, un cementificio, una centrale termoelettrica ed una piccola acciaieria, tutte ammassate insieme in una sola baia che offre uno spettacolo davvero deprimente: ma noi pagaiamo contenti come non mai, con gli occhi pieni dei sorrisi aperti di quei sette dichiarati comunisti impegnati in discussioni politiche e con le orecchie colme del loro greco dolce e musicale... e con le pance gonfie!
Abbiamo ovviamente anche due bottiglie di acqua ghiacciata!
Manco a dirlo, non c'è il market neanche nella piccola cittadina di Aliveri, che in compenso si potrebbe ribattezzare 'taverna cjty'. Però in spiaggia ci aspetta Tom, un albanese tanto cortese da accompagnarci in auto fino al supermercato più vicino (a 10 km!): possiamo nuovamente mangiare e bere a volontà! 
Le notti sono sempre più lunghe ed i risvegli sempre piu lenti: quando sbarchiamo per pranzo dopo appena 8 km su una lunga spiaggia ombreggiata di tamerici, non facciamo in tempo ad aprire la scatoletta di involtini di riso e foglie di vite, che una signora si avvicina con due bicchieri ricolmi di ouzo e ghiaccio ed un piccolo vassoio con formaggio, olive, cetrioli, vongole ed un gustosissimo pane al sesamo: "Italiani? Benvenuti a Galazia Nera. Buon appetito!"
Non potevamo che trascorrere la notte di luna piena in taverna... che viaggio!!!

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lunedì 19 agosto 2013

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domenica 18 agosto 2013

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Agios Dimitrios - bit more North...

La pagaiata serale di ieri è presto diventata una navigazione notturna.
Uscire dal golfo di Nea Stira a 4 km orari su un mare formato con onde incrociate ci sembra un sogno, dopo l'incubo delle sventolate del giorno prima...
Le tante isole ed isolette disabitate ci offrono un buon ridosso ed una rotta sicura tra i traghetti, il tramonto rosso fuoco ci entusiasma al momento di infilare le prue nel profondo golfo di Almiropotamos e la luna che fa capolino tra le nuvole alle nostre spalle ci avvolge nella sua scia d'argento fino allo sbarco.
Il Meltemi qui non va a dormire da giorni e anche di notte fa fischiare l'innesto delle pagaie di riserva sul ponte anteriore.
Navigare nel buio ha un suo fascino tutto particolare: un paio di volte l'ombra nera della pala mi ha spaventato al punto da farmi saltare sul seggiolino fin quasi a perdere l'equilibrio... se però non si scambiano i frangenti per squali o sottomarini, pagaiare di notte è un'esperienza indimenticabile!
L'approdo ci ha riservato qualche sorpresa. Dei 372 punti che Mauro ha identificato come possibili sbarchi, sin'ora 310 si son rivelati corretti. Ma il 311, purtroppo, non è una spiaggia di sabbia bianca, quanto invece, con nostro grande dispiacere, una scogliera impenetrabile che scivola dolcemente in mare... ci toccano 3 km in più, tutti controvento, schivando le boe arancioni dell'allevamento ittico che occupa per intero la baia successiva e scrutando la costa alla ricerca di un altro punto: dobbiamo 'accontentarci' della spiaggetta privata di una grande villa, provvidenzialmente illuminata a giorno da tre fari, spenti dieci minuti dopo che finiamo di montare la tenda.
Le quattro ore serali-notturne ci hanno fruttato, del tutto insperatamente, ben 18 km ed oggi riprendiamo il nostro percorso verso Nord a cuor leggero: anche se vediamo ancora le pale eoliche che tanto ci impensierivano, le stesse che ci accompagnavano sull'altro versante perché qui l'isola è larga poco più di 3 km, sappiamo che ormai il peggio è passato. Ce lo conferma anche il padrone della villa quando stamattina è sceso in spiaggia e ci ha visto preparare i kayak: "Evia tour? Give me five! Skiros too? Great! Bravo, bravo!"
Pensavamo che ci avrebbe rimproverato per l'incursione notturna ed invece anche lui è molto cortese ed ospitale.
Filare per qualche minuto a 14 km orari di primo mattino è stavolta molto piacevole, come costeggiare il promontorio disabitato di Ormos Bufalo e fare sosta per il pranzo in una caletta perfettamente ridossata.
Il Meltemi ci viene incontro solo nell'ultimo tratto, con l'unica intenzione apparente di rovinarci lo shampo appena fatto, diventato indispensabile perché da alcuni giorni i nostri capelli han preso sembianza e sostanza di una siepe di rovi secchi, ma possibile solo oggi che la costa ci ha finalmente offerto dei ripari incoraggianti.
Le colline avvolgono uno dei porticcioli più pittoreschi dell'isola e la linea di eucaliptos nasconde la luce verde d'ingresso ed un paio di alberi di vele all'ancora.
Sbarchiamo nel porto in cerca del market perché siamo ormai privi di tutto ma scopriamo con disappunto che il più vicino è a 5 km su per la montagna: nostro malgrado, ci sediamo in taverna per una cena anticipata, serviti da un cameriere che ha i tratti e la flemma di Fabrizio De Andrè.
Ci regaliamo un'altra breve pagaiata serale, ma solo dopo tzatziki, insalata greca, polpo, suvlaki, birra e tsipouro... neanche fosse la nostra ultima cena!
Quante belle emozioni, in questi ultimi giorni di viaggio: del resto è per questo, per fare il pieno di emozioni, che vale la pena di viaggiare, no?!?

sabato 17 agosto 2013

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Latitudine:38.26146
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Nea Stira (Fotis beach) - up to North...

Le previsioni di oggi sono deprimenti: mare molto mosso, onde di due metri e Meltemi imperterrito da Nord-Nord Ovest a 25-30 nodi... il sito web stima la forza del vento in 7-8 Beaufort anche per i prossimi due giorni.
Noi siamo davvero negati come "terragni", per dirla alla David Copperfield: non sappiamo più passare ore in spiaggia con le mani in mano, a prendere il sole o a fare il bagno... per giunta, il venticello gentile che pettina il mare, a terra solleva manciate di sabbia che fustigano schiena e gambe...
I nostri nuovi amici greci ci aiutano ad occupare la mattina. Aznib ha un nome armeno, Fotis ha dato il suo alla spiaggia dopo 15 anni di assidua frequentazione, la loro figlia più piccola che ora vive ad Edimburgo ha studiato per due anni a Firenze e Padova (ed abbiamo avuto conferma che parla un perfetto italiano quando i genitori ce l'hanno passata al telefono!).
Fotis è venuto spesso in Italia per motivi di lavoro e dove ha dormito?!? A Legnano, stanza 501 dell'hotel Excelsior... Il mondo è piccolo davvero!
All'ora di pranzo osserviamo ammirati la partenza dei nostri ospiti, li ringraziamo per l'ennesima volta dell'ottima cena a base di frittata ed ouzo, della colazione con una moca di caffè Illy e delle provviste che hanno insistito a lasciarci. Ovviamente caricano sul gommone anche la nostra busta dell'immondizia!
Nel pomeriggio sfruttiamo il bel giardinetto giapponese realizzato da alcuni bambini nei giorni passati per fare un po' di yoga, scriviamo un messaggio sulla sabbia con i tesori raccolti sulle spiagge dell'isola ed ascoltiamo allo sfinimento l'instancabile lamento delle cicale...
Allo scoccare delle 18 ci rimettiamo in mare: proviamo a risalire il vento nel momento di scaduta, confidando nelle ultime ore di luce per coprire qualche chilometro... mancano poco più di 100 km a chiudere il periplo dell'Eubea e possiamo anche permetterci di dimezzare le tappe giornaliere... ma non vorremmo doverci fermare proprio ora.

venerdì 16 agosto 2013

Marmari - Nea Stira (22 km)

Allora è proprio vero: ogni dieci giorni all'Eubea piove!
Una perturbazione interessa il grande golfo di Marmari ed adagia sulla cresta montuosa una corposa serie di cumulonembi, tanto che pagaio tutta la mattina con la giacca d'acqua.
Cerchiamo di prevenire il Meltemi svegliandoci all'alba e mettendoci in acqua alle nove del mattino, ma è tutto inutile: quel che ci ha regalato di là se lo sta riprendendo indietro di qua. E con gli interessi: fatichiamo a raggiungere la caletta prescelta per la pausa pranzo, in un angolino ridossato oltre Porto Lafia, e sputiamo un polmone per attraversare controvento il golfo di Nimporio, appena 7 km ma battuti da un vento che a noi è sembrato perfettamente in linea con le previsioni (25-30 nodi da Nord-Nord Ovest, che significano una più che dignitosa media di 3 km orari per le 7 ore piene di pagaiata).
Al km 19 ho cominciato a sentire le voci, "Ma 'ndo vai!", e al km 20, ormai in vista della nostra caletta per il campo della notte, un frangente di un metro ha investito prima me e poi Mauro: quasi all'unisono abbiamo stilato un elenco lungo, dettagliato ed irripetibile di tutti i santi, cristiani ed ortodossi, che a sentirlo Maurizio sarebbe stato orgoglioso di noi!
Ma la fatica valeva la pena: all'arrivo ci aspettava una simpaticissima coppia di gommonauti ateniesi che prima ci ha fatto le feste e poi ha improvvisato una cena sotto la tamerice della spiaggia... una serata di chiacchiere e risate davvero indimenticabile!!!

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giovedì 15 agosto 2013

Eriodios - Marmari (12 km)

Oggi il Meltemi ci ha presentato il conto.
Dopo la giornata di puro godimento di ieri, a volare col vento in poppa, stamattina, che abbiamo finalmente virato verso nord, il vento si è messo di prua: con 30 nodi costanti ci siamo ricordati subito di quanto è faticoso far avanzare controvento dei kayak pesanti 150 chili, noi compresi...
Ogni volta che cercavamo conforto nel gps, leggevamo che la velocità di crociera era ferma a 0.0!
Ci son volute ben due ore per superare lo stretto canale di Marmari, chiuso tra l'Eubea e la piccola isola satellite di Kersonissi: sembrava di essere entrati nel tunnel del vento!
Abbiamo sospettato che non fosse esattamente il posto più adatto a noi quando in mare sono comparsi decine di surf colorati che sfrecciavano avanti e indietro nella baia.
Siamo sbarcati appena possibile e siamo andati in paese a piedi (6 km controvento sono una sfacchinata anche a terra!): solo dopo il secondo market chiuso ci siamo ricordati che era ferragosto!
Per consolarci, abbiamo trascorso l'intero pomeriggio in taverna. Al tramonto siamo tornati ai kayak: il Meltemi, leggermente calato, ci ha fatto venire voglia di imbarcarci per una notturna con la luna crescente ma i traghetti in transito ed i numerosi scogli affioranti ci hanno fatto desistere... semmai dovesse giocarci un altro tiro mancino potremmo sempre provarci.
Ci addormentiamo tra il dolce rumore dei campanelli sulle canne di un pescatore greco ed il crepitio della brace accesa dalla coppia di surfisti russi.
Non abbiamo mai dormito così vicini ai kayak!

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mercoledì 14 agosto 2013

Limnionas - Baia del parco eolico (32km) + Baia del parco eolico - Erodios (30 km)

Ennesimo imbarco col dumping: ieri è stato Mauro a perdere l'attimo fuggente e a ritrovarsi immediatamente col pozzetto pieno d'acqua... è comunque riuscito a partire dalla riva grazie alla provvidenziale spinta dell'amico fluviale.
Tutti questi imbarchi e sbarchi tra le onde ci stanno facendo apprezzare molto la tecnica alla "cavallerizza".
A dispetto delle previsioni, sul versante dell'isola che corre verso Est, ieri ci hanno tenuto compagnia solo alcune pecorelle smarrite al largo ed una poderosa 'lavatrice' lungo costa, in questo tratto quasi completamente disabitata, segnata da profonde gole che si arrampicano a zig-zag su per i monti e da poche stradine sterrate che serpeggiano tra vecchi terrazzamenti ormai abbandonati, alcuni però così verdi che sembrano curati da mani invisibili a prato inglese.
I colori dominanti sono il rosso della terra franosa, il grigio degli scogli lavorati come la pelle di un serpente ed il blu intenso del mare aperto sull'infinito. 
Abbiamo fatto una sosta per il pranzo in una caletta quasi interamente occupata da un gregge di pecore... saranno state duecento ed il pastore che sonnecchiava all'ombra si è avvicinato incuriosito, elegante nella sua camicia a maniche corte, bastone, bisaccia e mocassini... sembrava interessato soprattutto ai pannelli solari e quando gli abbiamo detto da dove eravamo partiti e dove saremmo voluti arrivare, ha puntato deciso il dito sulla carta e ci ha raccontato cose per noi incomprensibili... peccato non avere ancora imparato il greco, un vero peccato! Quando con un fischio, uno solo, ha riportato il gregge su per la montagna, noi siamo ritornati in mare.
Akrotiri Kafireas è chiamato dai locali anche Capo Toro: 'Always 8 Beaufort, be carefull there', ci aveva detto l'amico fluviale. Ma con noi Capo Toro si è comportato come un vitellino da latte, scalciando un poco ma lasciandoci filare a 10 km orari tra il suo profilo basso con la chiesetta orlata di blu e lo scoglio poco al largo sormontato da una croce bianca.
Oltre il capo, ci aspettava il Meltemi, con i previsti 25-30 nodi!
Sul versante dell'isola che corre esattamente verso Sud, le colline scendono al mare più morbide ma le gole sono sempre così profonde da incanalare il vento e spedirlo a spazzolare il canale tra l'Eubea e la più meridionale isola di Andros, pure disseminata di pale eoliche.
Quando la mia girandola ha rivisto tutte quelle eliche sui monti deve aver pensato di essere tornata in famiglia, perché si è messa a roteare così forte da far vibrare persino il fondo del kayak. Le sue sorelle maggiori, però, producono un rumore sordo come di un aereo pronto al decollo.
La notte è stata insonne: a nulla è servito il desiderio di un riposo tranquillo espresso dopo aver visto due spettacolari stelle cadenti tra Cassiopea e la Corona Boreale... il vento ha sconquassato la nostra povera tenda investendola da tutte le parti, dal mare, dai monti e dal letto in secca del torrente stagionale... un'esperienza traumatica!
Stamattina eravamo un po' rintronati: ci ha pensato il Meltemi a svegliarci!
Appena fuori dalla cala ci ha 'sparato' in un batti baleno fin oltre Capo Mandili, l'estremità meridionale dell'isola, non proprio il massimo quando si hanno ancora gli occhi cisposi di sonno... Col cervello in pappa e le gambe molli, ho planato sui frangenti fin troppe volte e ho toccato la mia massima velocità in mare: 19.2 km orari!
Ogni volta che riuscivamo ad abbassare gli occhi sul Gps leggevamo con soddisfazione 2-3 km in più...
In quel mare incrociato, con le onde al giardinetto sinistro ed il vento che rimbalzava sulla costa e ci investiva al giardinetto destro, abbiamo pagaiato concentrati volando tra i 10 ed i 15 km orari, sapendo che il minimo errore ci sarebbe costato un bagno ed apprezzando sempre più questi nostri kayak che tagliano ed ammortizzano i frangenti.
La pagaiata è in realtà un misto di passata, appoggio, timonata, richiamo ed inclinazione dello scafo, una tecnica che solo il mare ci ha insegnato, in anni di pratica.
Finalmente non siamo più i soli a navigare: nell'ora in cui transitiamo per il canale, conto almeno 8 petroliere e 3 traghetti.
Dopo due settimane di mare mosso, un facile sbarco con 30 centimetri d'onda ci ha fatto piacere ed il caffè frappe' nella kantina di Paralia Lifkis Aktis ci ha aiutato a proseguire oltre l'ampio golfo di Karystos fino al nostro nuovo campo serale... 
Ma Lui è lì che ci aspetta: come avevamo immaginato guardando il profilo dell'isola, il Meltemi si incanala nel vallone e ci scarica addosso, per effetto 'Creta' (ci scuserà Venturi!), tutta la sua potenza, facendoci pagare la breve tregua e sudare per riconquistare terra: montiamo la tenda sotto la mezza luna, su una spiaggia di sabbia tutta per noi, con due lucine fioche sulla collina...
P.S. Ah, dimenticavo: EVVIVA il 'coppitiello'!!!

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martedì 13 agosto 2013

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Posizione GPS Data/Ora:08/13/2013 18:15:42 CEST

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lunedì 12 agosto 2013

Paralia Zarakon - Limnionas (31 km)

Partenze scaglionate, stamattina.
Dopo una colazione luculliana consumata tutti e tre insieme sulle sdraio blu ed arancio della spiaggia libera più brutta dell'isola (fatta salva la taverna, ovviamente!), Maurizio accende il motore alle 10 per arrivare in tempo a visitare le Meteore (distanti più di 400 km) e noi impugnamo le pagaie qualche minuto prima delle 11.
L'energia positiva che ci trasmesso il Riva ci ha fatto volare fino a 6 nodi, complice anche questo infaticabile Meltemi che continua a darci del filo da torcere... si balla parecchio anche oggi e su ognuno dei promontorio, in questo tratto di costa molto frequenti, è la solita storia: raffiche, schiuma e spruzzi.
Le onde calano solo al calar del sole, quando la mandria di cavalli bianchi si tramuta in ochette sparse che s'attardano in questo lembo di Egeo... ma è tutta una finta, ormai abbiamo imparato: alle quattro del mattino il vento riprende ad ululare e le onde a ruggire!
Non sarà mica un caso che han realizzato proprio qui un gigantesco parco eolico: le pale rotanti di questi moderni mulini ci accompagnano per oltre 20 km e la loro presenza diventa alquanto incombente quando compaiono all'improvviso dietro il capo...
Oggi ci siamo sentiti delle piccole star: nella bellissima caletta di Armirichi, gremita di tende come non mai, ci hanno scattato un'infinita' di foto, persino calando dei bimbetti nel pozzetto dopo avergli accuratamente lavato i piadini dalla sabbia per immortalare l'incontro... ci mancava solo che ci offrissero il caffe' frappe' che abbiamo sorseggiato dalla veranda della vicina taverna, tanto erano entusiasti del nostro viaggio! Alla sbarco serale, invece, l'aperitivo ce l'hanno offerto persino col ghiaccio, in due bei bicchieroni alti dai quali è stato un vero piacere condividere il brindisi con i vicini di tenda 'fiumaroli'!
Tutti ci hanno detto che non ricordavano da tempo un anno così ventoso... abbiamo proprio scelto il momento giusto, allora!

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Latitudine:38.15944
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Posizione GPS Data/Ora:08/12/2013 18:47:27 CEST

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domenica 11 agosto 2013

Agios Merkourios - Kalamos (20 km) + Kalamos - Paralia Zarakon (18 km)

Due giornate a scartamento ridotto per prendere confidenza col Meltemi della costa sud-orientale dell'Eubea: sembra lo faccia apposta, a prenderci a sberle ogni volta che doppiamo un capo, forse indispettito dal fatto che siamo le uniche imbarcazioni in mare.
Navighiamo ormai costantemente con mare molto mosso e 30 nodi di vento da Nord-Nord Ovest, che lungo i promontori della costa frastagliata si trasformano in turbolenze da ogni direzione... siamo sempre tutti bianchi di salsedine, neanche nevicasse, ma in compenso copriamo in fretta le tappe giornaliere pagaiando tre ore o poco più.
L'imbarco di ieri è stato uno dei più impegnativi di sempre: ho perso l'attimo giusto e quello successivo i cavalloni avevano già completamente riempito il pozzetto. Il Baidarka ha una linea di chiglia così pronunciata che farlo scivolare sulla battigia è un'impresa erculea, con quei centi litri in più m'è sembrato di dover spostare una montagna: nonostante il dumping sempre più incalzante sono riuscita a lanciarlo in mare, a recuperare la bottiglia che uso come lenza (unico pezzo perso perché poggiata libera dietro il seggiolino, il resto dell'attrezzatura sul ponte anteriore è rimasto perfettamente al suo posto!), a nuotare con la pagaia per raggiungerlo, a trainarlo un po' con la cima di vacca, a sopportare le sue fusa quando mi si è seduto sul collo e a risalirci dentro zatterata da Mauro... svuotarlo è stata un'altra impresa e tutto il circo è durato quasi un'ora!
La pausa pranzo è stata lunghissima, oltre 4 ore, con annesso sonnellino all'ombra di un masso, al riparo dalle raffiche sotto un bel faraglione di una spiaggia deserta... quando ha preso a riempirsi, noi abbiamo ripreso il mare.
Siamo da giorni in trepidante attesa dell'arrivo di Maurizio in versione centauro: è un po' ormai che preferisce le due ruote alla pagaia e scorazza per il mondo in solitaria (del resto, come dargli torto: in moto si fanno più chilometri e meno fatica...). Abbiamo così adattato il viaggio alla ricerca di una taverna sul mare capace di sfamare per una sera tre amici in vena di gozzoviglie!
Quando entriamo nella piccola ansa del paesino, un pugno di case intorno ad un fiumiciattolo, Mauro borbotta: "Se c'è la chiesa ma non la taverna vuol dire che a questo mondo non c'è più religione". Con buona pace per le nostre anime e le nostre pance, di taverne ce ne sono ben due, tutte e due dipinte di blu e tutte e due affacciate sul mare. Scegliamo quella più alta, con l'incredibile colonna sonora portoghese dei Madredeus, e ci passiamo l'intera serata.
Maurizio arriva puntuale all'incontro, mi guarda e mi fa: "Tatiana, hai l'abbronzatura di un panda, lo sai?"
Non ricordavo quanto fossero emozionanti questi randez-vou in mare!!!

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Latitudine:38.31580
Longitudine:24.22666
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sabato 10 agosto 2013

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Latitudine:38.43461
Longitudine:24.18074
Posizione GPS Data/Ora:08/10/2013 17:09:58 CEST

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venerdì 9 agosto 2013

Baia di Aspous, Skiros - Baia di Glyfadha, Sarakiniko (28 km) + Baia di Glyfadha - Agios Merkourios, Eubea (48 km)

Siamo tornati sull'isola madre.
Le ultime due giornate le abbiamo passate a trastullarci col Meltemi!
La prima ci è sembrato di salire sul Tagata`, quella vecchia giostra con la pedana circolare che sobbalzava di qua e di là senza mai farti intuire cosa sarebbe stato di te nell'attimo successivo...
Il mare incontrato intorno alla desolata costa sud-orientale di Skiros è stato molto mosso e così nervoso da farci cambiare assetto non appena pensavamo di aver trovato quello giusto: prima sculettando in una vigorosa 'lavatrice' sotto le gole rocciose della riserva naturale del Monte Kochylas (dove non cresce neanche un alberello e dove pascolano allo stato brado i piccoli pony tipici dell'isola), poi in lotta costante contro i vortici generati dal vento nell'ultima baia di Hochlakas (dove abbiamo inutilmente provato a sbarcare su una micro-spiaggetta mezza coperta da una frana e mezza nascosta dai cavalloni che frangevano tra gli scogli); dopo ancora in appoggio continuo in una sorta di uragano scatenato dalla raffiche che si incanalavano nella strette vallate dirupate intorno al faro di Capo Lithari...
Passato il quale pensavamo di essere finalmente ridossati, dopo 22 km di battaglia senza esclusione di colpi e di ripasso generale delle tecniche di sopravvivenza in mare... Ed invece ci si piazza di poppa un vento così forte e così teso da farci correre a 3 nodi senza neanche pagaiare, anzi frenando sulle onde più potenti quando i kayak fremevano per partire in surf... e siccome i chilometri che ci separavano dall'Isola di Sarakiniko erano ben 6, il Baidarka, carico e notoriamente poco incline alle surfate, ha avuto modo di planare per ben tre volte, con mio grande disappunto, che tutto volevo tranne aumentare la velocità di crociera in quell'inferno di frangenti nebulizzati dal vento... nel frattempo, il Sirius di Mauro sussultava tra le onde e manteneva a fatica la rotta nonostante i 40 nodi stimati di vento che imbiancavano il canale tra le isole... le mani bruciavano, non tanto per la presa sulla pagaia, stretta come una morsa, quanto piuttosto per l'insano desiderio di scattare qualche foto ricordo in quella baraonda mai vissuta prima: invece no, niente foto, solo capelli dritti nel vento, derive tutte abbassate e continue timonate per condurre i kayak fin dentro alla ridossata Baia di Glyfadha.
Dove speravamo di respirare un po' e dove, invece, ci hanno accolto raffiche a 30 nodi che ci hanno fatto sudare altre sette camicie per coprire i 300 metri che ci separavano da quel piccolo paradiso: una cala dall'acqua color smeraldo con una spiaggia di sabbia bianca e fine come il borotalco, che però frustava le gambe quando veniva sollevata dal vento... lo stesso vento che ci ha portato tutta notte l'odore pungente delle capre che a decine popolano l'isola e che al tramonto e all'alba sembrano darsi appuntamento nella baia per bere alla sorgente tra gli scogli in riva al mare!
Il giorno seguente, cioè ieri, non riceviamo le solite previsioni meteo via sms perché siamo fuori dalla portata del ripetitore e possiamo contare soltanto sulle proiezioni dei giorni precedenti, che danno vento ed onde costanti... siamo combattuti tra la traversata di ritorno verso l'Eubea o salire sul traghetto, perché il mare è sempre rigato di onde frangenti... poi i 17 km contro vento fino alla cittadina portuale di Linaria ci fanno decidere per i 45 km di mare aperto fino all'ampio golfo di Kimi, che diventano 48 perché dobbiamo continuare a fare i conti col Meltemi... ci confortano nella decisione le tre barche a vela che incrociano al largo, perché mantengono un'andatura costante.
È la traversata delle continue correzioni di rotta: prima per sfruttare il cono d'ombra dell'isola di Sarakiniko, poi per controllare le turbolenze provocate dalla più grande Skiros (che interferisce con le condizioni meteo generali per oltre 10 km con delle raffiche imprevedibili che sembrano sparate fuori da un cannone), dopo ancora per gestire i cavalloni nel cuore del canale (alti appena un paio di metri ma tutti irregolari, nervosi e gonfiati da un bel vento pazzerello che ci tiene sempre all'erta), infine per evitare di navigare controvento quando la vicinanza della dorsale montuosa dell'Eubea ricaccia in mare il Meltemi, neanche fosse una pallina in un campo da squash...
Alla fine, dopo troppe ore col riflesso del sole negli occhi ed otto ore tonde tonde di navigazione, ma stranamente senza mai vedere una nave all'orizzonte, sbarchiamo su una lunga spiaggia di sabbia battuta dai frangenti, stanchi come non mai ma sollevati per avere finalmente toccato terra!
Siamo così fortunati da imbatterci anche in una colorata kantina, dove ceniamo immediatamente e dove torniamo anche per la colazione, il pranzo e la cena di oggi!
Scopriamo poi di avere traversato con mare molto mosso e vento a 22-29 nodi.
Volevamo arrivare nei pressi di un centro abitato per rimpinguare le ormai esigue scorte di acqua e viveri ma il Meltemi ci ha imposto di spingerci più a sud... dove la nostra buona stella ci ha fatto trovare dei vicini tedeschi talmente gentili da darci un passaggio in camper fino al paese per i rifornimenti, una doccia pubblica per un bucato ed uno shampo ed una sistemazione un po' esposta ma perfetta per occupare il giorno di completo riposo con attività amene, come oziare, bere caffè e mangiare gelati (salvo scarpinare per più di 10 km per tornare dal market e per andare e venire dalla kantina tutte le volte che ce n'è venuta voglia).
Ma quant'è bello questo giro dell'Eubea... e di Skiros!!!

giovedì 8 agosto 2013

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Latitudine:38.55488
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mercoledì 7 agosto 2013

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martedì 6 agosto 2013

Linaria - Baia di Agalipa (25 km) + Baia di Agalipa - Baia di Agnos (25 km)

Sono state due giornate davvero spumeggianti.
Sulla carta nautica Skiros non sembra nulla di speciale, ma nella realtà è un'isola molto bella: selvaggia, poco abitata e ancor meno turistica, con una costa frastagliata, rocciosa e ricca di angoli suggestivi, grotte e promontori lavorati dal mare e dal vento in modi sempre diversi...
Purtroppo, o per fortuna, della costa abbiam visto ben poco, se non da lontano, tutti presi com'eravamo a governare i kayak tra i frangenti.
A conti fatti, la traversata potevamo farla solo in quel giorno là, perché in quelli seguenti il Meltemi ha iniziato a gonfiare il mare soffiando incessante da Nord-Nord Est a 20-25 nodi! Una volta raggiunta l'isola, non abbiamo potuto costeggiarla granché, perché le raffiche nelle baie raggiungevano anche i 30 nodi: abbiamo così adottato la tecnica messa a punto a Creta, di entrare un poco nei golfi più pronunciati e di farci 'sputare' fuori in pochi minuti dal vento teso, che a tratti sapeva di miele e a tratti di anguria.
Ci han tenuto compagnia delle bellisime berte in volo radente tra le onde e delle coppie di nibbi in volo acrobatico lungo le scogliere verticali del versante nord-occidentale.
Quando abbiamo adocchiato il relitto spiaggiato nella ridossata caletta di Agalipa non ci abbiamo pensato due volte a sbarcare per fare campo. I vicini di tenda greci, dapprima indifferenti, si son dimostrati ben presto molto amichevoli e oltre ad offrirci il solito caffè, profumato di ospitalità, ci han fornito anche tante utili informazioni sul resto della costa (oltre che farci il grandissimo favore di portar via, con la loro, anche la nostra busta stragonfia di spazzatura).
Abbiamo dormito avvolti dal fruscio del vento che faceva lamentare i pini d'Aleppo e vorticare la posidonia depositata sulla sabbia...
Il Meltemi ci aspettava.
Stamattina le raffiche erano ancora forti e non accennavano a diminuire: c'è voluto più di un'ora per coprire i 4 km che ci separavano da Capo Aloni, sull'estremità settentrionale dell'isola, dove hanno realizzato la pista dell'aeroporto gettando cemento e tetrapodi tra gli innumerevoli scogli affioranti...
Poi son bastati 90 minuti per raggiungere Horas-Skiros, 13 km più in là, un paesino da cartolina arroccato intorno ad un cucuzzolo roccioso come un piccolo presepe bianco...
Il mare ci ha fatto ballare parecchio! Del resto, siamo venuti qui per questo.
La tensione è salita insieme alle onde e per una ventina di minuti abbiamo navigato in appoggio (quasi) continuo. Poi abbiam preso gusto a quel sali scendi di tre metri ed abbiamo iniziato a respirare il respiro del mare: niente più appoggi ma continue scivolate su quelle collinette liquide, sperando (spesso inutilmente) che non franassero proprio sui nostri kayak... diciamo che non c'è mai stato bisogno di bagnare i ponti per rinfrescare pannelli, carte e gps!
Quando la 'lavatrice' ha avviato un vigoroso programma 'centrifuga', sapevamo come far scodinzolare i kayak tra i frangenti... abbiamo evitato le secche più insidiose ed infilato lo stretto canale tra un vecchio mulino a vento ed una chiesetta bianca sull'isolotto di fronte con l'energia dei bambini al parco dei divertimenti!
Le magliette dei camerieri della taverna sul mare scelta per il pranzo avevano stampato una frase illuminante, in spagnolo: 'Morir por morir, morir en la taverna!'... non abbiamo mai mangiato così bene: insalata greca, tzatziki, crema di melanzane, alici e polpo!
Riprendiamo la navigazione soltanto nel tardo pomeriggio, sfruttando ancora il vento in poppa per raggiungere 'gratis' la nostra nuova casa per una sola notte...

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lunedì 5 agosto 2013

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Latitudine:38.84546
Longitudine:24.53575
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domenica 4 agosto 2013

Chalatzas - Chili (30 km) + Chili - Nisos Valaxa (40 km) + Nisos Valaxa - Linaria Nisos SKIROS (7 km)

Gli ultimi tre giorni di viaggio sono stati davvero eterogenei.
Venerdì abbiamo pagaiato lungo un tratto di costa molto interessante ma ci siamo goduti lo spettacolo dal largo perché il Meltemi aveva deciso di dare sfoggio di tutte le sue capacità: le onde non avevano ancora capito bene da quale quadrante arrivavano le ultime raffiche ed il mare era diventato un guazzabuglio indescrivibile (ed incomprensibile!).
Per riprenderci dalle fatiche della traduzione simultanea della lingua dell'Egeo ci siamo concessi una lunga sosta per il pranzo e per i rifornimenti. Abbiamo a lungo osservato la risacca dalla taverna sul mare di Paralia Chiliadou ed abbiamo scattato una foto ricordo ai kayak in sosta sulla spiaggia di nudisti più 'attendata' che ci sia mai capitato di vedere...
Sabato, invece, per placare la fame di isole che da sempre ci accompagna, abbiamo deciso di navigare verso Skiros: perciò abbiamo allungato la tappa giornaliera fino al micro-porticciolo di Chili, un anfratto naturale tra le rocce che ospita appena 10 gozzi.
La perplessità era dipinta sui nostri volti non appena abbiamo infilato le prue dei kayak in quel piccolo specchio d'acqua, ben ridossato e segnalato appena da un lampo bianco intermittente (ma quanto è bello scorgere altre luci a terra quando il sole si è tuffato in mare da tempo!!!): i pescatori locali, pronti ad uscire per la pesca notturna dei calamari, si sono prima sbracciati per farci segno di dove sbarcare e poi adoperati in ogni modo per farci un po' di posto tra le loro barche... stavolta la fitta conversazione sulla nostra circumnavigazione si è tenuta anche in spagnolo e siamo riusciti a farci una scorpacciata di risate prima di crollare dal sonno nel primo bivacco del viaggio!
Il Meltemi, però, non ha gradito affatto la nostra variazione di programma e ha soffiato in direzione ostinata e contraria per tutti (tutti!!!) i 37 km di traversata, col risultato di tenerci in mare per 8 ore tonde tonde!
Oggi, domenica, ci concediamo un meritato riposo scaldando a turno le sedie in paglia del Caffè 'Meltemi' e della limitrofa Taverna 'Platano'... ogni singolo muscoletto del mio corpo stanco ringrazia per la tanto anelata giornata di pausa, per le bevande fresche e varie (non più solo caffe` frappe` ma anche frullati e tsipouro!) e soprattutto per le lunghe ore di ozio.
Se il gregge di capre non torna a pascolare e belare intorno alla nostra tenda anche stanotte, finiremo di recuperare le forze con una lunga dormita sulla più meridionale delle Isole  Sporadi.
P.S. Piangiamo la prematura dipartita di alcuni preziosi compagni di viaggo, provati più di noi dai ritmi estivi: lo storico 'Ferroflex', il materassino autogonfiabile di Mauro, che dopo 15 anni di onorato servizio in campeggio nautico ha scelto di vivere una seconda vita da pallone di rugbi; il suo collega cuscino rosso e blu, diventato di tre colori per le ripetute ma ormai inutili riparazioni di colla neoprene; e l'ineguagliabile 'Rockerduck', la visiera gialla trasformata da Mauro in ingegnoso supporto per la telecamera...
Sarà difficile fare a meno di loro, specie per le riprese in mare, ma a Skiros celebreremo degni funerali laici...

sabato 3 agosto 2013

Check-in/OK messaggio dal Tatiyak SPOT Localizzatore SPOT Personal Tracker

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Latitudine:38.81183
Longitudine:24.49297
Posizione GPS Data/Ora:08/03/2013 19:05:21 CEST

Messaggio:Stiamo bene e il viaggio prosegue come programmato...

Fai clic sul seguente collegamento per vedere dove mi trovo.
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Se il link sopra non funziona , provate questo link:
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venerdì 2 agosto 2013

Check-in/OK messaggio dal Tatiyak SPOT Localizzatore SPOT Personal Tracker

Tatiyak SPOT
Latitudine:38.66369
Longitudine:24.12911
Posizione GPS Data/Ora:08/02/2013 21:23:12 CEST

Messaggio:Stiamo bene e il viaggio prosegue come programmato...

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giovedì 1 agosto 2013

Pilio - Chalatzas (28 km)

Ogni dieci giorni all'Eubea piove.
Il vento ha preso a giocare ai quattro cantoni coi punti cardinali e dall'alba soffia instancabile dalla curiosa direzione di est-sud-est.
Il mare oggi è color mercurio, gonfio e nervoso. Riflette gli umori del cielo, velato di nuvole grigie che corrono in tutte le direzioni.
Restiamo a lungo a guardare il profilo lontano dell'isola di Alonissos, che di tanto in tanto scompare dietro una spessa coltre di foschia, palpabile quanto l'umore bigio che ci accompagna dal risveglio. Stamane fatichiamo a prendere l'abbrivio perché la notte umida ed afosa ha reso il sonno difficile ed intermittente.
Siamo lenti, a terra. Fortuna che in mare le onde si arrampicano sulle scogliere e ci spingono in avanti con veemenza, facendoci filare anche fino a cinque nodi...
A metà mattina, come d'incanto, la perturbazione passa ed esce il sole: la costa si accende di tanti colori vivaci e ci ritorna il buon umore. Scegliamo per il pranzo una caletta idilliaca nei pressi di Vlachia e per merenda ci trastulliamo con birre e gelati in uno dei caffe' di Limnionas.
Pagaiare oggi è un vero piacere: grotte grandi e piccole, alcune con delle belle stalattiti, archi naturali, giardini di roccia, scogli borbottoni e spruzzi in ogni dove. Sfioriamo la felicità quando un 'esbufador' ci copre ripetutamente di gocce nebulizzate, in una doccia fresca che al tramonto è un regalo speciale...
Questo tratto dell'isola è quasi del tutto disabitato: solo qualche villa a mezza costa, alta sulle scogliere a picco sul mare, ben mimetizzata tra i boschi di 'querciulivi'. I monti dell'interno superano i mille metri di quota, sono calvi sulle vette ma digradano verso il mare in morbide colline, solcate da gole profonde e ricoperte da folti tappeti verdi. L'isola è ovunque ricca d'acqua dolce ed in ogni ansa si riconoscono le infiltrazioni, quei ghirigori liquidi creati dalle varie miscelazioni.
Una fonte naturale incontriamo anche nella nostra cala per la notte. Abbiamo dovuto rinunciare a malincuore a quella di poco precedente perché sotto la taverna c'era un tale assembramento di tende da non lasciare posto per i nostri due kayak.
Qui invece dividiamo la spiaggia di ciottoli chiari 'soltanto' con due gruppi di tre tende, una di vecchietti con le lanterne accese ed una di giovanotti con la brace pronta per arrostire i suvlakia...
Il nostro cous-cous al sugo di olive non può certo reggere il confronto!

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Tatiyak SPOT
Latitudine:38.68728
Longitudine:23.82025
Posizione GPS Data/Ora:08/01/2013 19:48:59 CEST

Messaggio:Stiamo bene e il viaggio prosegue come programmato...

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